Se è vero che l'uomo è
per natura fruttariano e tutte le fonti alimentari 'differenti'
esistenti oggi sono una pura forzatura inventata dalla nostra civiltà
negli ultimi millenni, è anche vero che molti dei cibi introdotti
dall'uomo nella propria alimentazione possono essere indubbiamente
digeriti ma con dei compromessi da parte del nostro organismo... Il
tema di questo articolo non è però quello di analizzare cos'è
artificiale nell'alimentazione umana o meno. Bensì evidenziare il
fattore metabolico scatenato dalle proteine introdotte con la dieta.
La proteina viene
utilizzata dagli organismi viventi per 'autocostruirsi' e
rigenerarsi. Nella nostra cultura occidentale si crede che per tutta
la vita sia necessario un apporto elevato di questo macronutriente.
Riconducendo però il tutto alla natura puramente frugivora dell'uomo
si rende evidente che l'alimentazione iperproteica non può essere
adatta alla nostra specie.
Nell'adulto la sintesi proteica è naturalmente molto lenta, diminuendo ulteriormente con il progredire dell'età parallelamente al fattore metabolico. Pertanto nel periodo della vita posteriore allo sviluppo non è più strettamente necessario consumare cibo altamente proteico in soluzione continuativa. Solo nel neonato è indispensabile il latte materno come unico
prodotto animale, fino allo svezzamento indicato dalla crescita dentale.
Soluzione unicamente adatta a questo primo periodo della vita per
l'altissima concentrazione nutrizionale e proteica.
Un frutto infatti
contiene in media dal 1 al 10 percento rispetto al suo peso, di
'materiale' proteico. La nostra specie deve quindi essere per forza
strutturata per utilizzare questa bassa quantità, per innescare il
meccanismo di crescita nel bambino dopo lo svezzamento e la
rigenerazione nell'adulto. La biosintesi proteica nell'individuo
subito dopo la nascita è iperaccelerata per imposizione genetica, a
prescindere dalla carica proteica assunta. Mentre nella l'adulto
vista la condizione 'costruttiva' ormai completa di tutti gli
apparati, la necessità proteica è molto limitata. Tutti gli
elementi proteici assunti in eccesso oltre ad essere espulsi in buona
parte perché non strettamente necessari, sovrastimolano il
metabolismo perché ne inducono l'accelerazione. A livello cellulare
ogni la presenza di materiale proteico riconduce alla possibilità di
un 'rinnovo' e quindi una replicazione di tessuti ancora utili che
vengono 'sostituiti' precocemente solo perché esistono le
prerogative per farlo e non perché davvero necessario. Qui giungiamo
al centro di questo articolo, ovvero la sovrastimolazione del
metabolismo ed il conseguente ricambio precoce dei tessuti che
accelera il processo di invecchiamento. Tale condizione comporta un
profilo particolare, legato alla distruzione oltremodo alta di
cellule ancora efficienti e quindi un altissimo sviluppo di tossine,
tra le quali l'extra formazione di molti radicali liberi. Aggiungendo
a livello probabilistico una maggior incidenza di errori nella
replicazione della molecola del DNA(origini tumorali). Senza contare
che le cellule di molti tessuti possono dare luogo ad un numero di
mitosi limitato, esaurendo precocemente la possibilità di
riparazione quando veramente necessario.
Che l'alimentazione
alto-proteica accorci la vita è una condizione evidenziata dalla
natura stessa, usando come esempio gli animali carnivori ed erbivori
presenti sul pianeta. Tutti i carnivori possiedono una longevità
molto bassa 10-15 anni (canidi e felini...), mentre gli erbivori come
ad esempio bovini ed equini possiedo un ciclo vitale molto più
ampio(30-35 anni). La semplice osservazione della nutrizione di altri
animali diversi dall'uomo dovrebbe far riflettere. Restando comunque
in abito puramente umano è dimostrato che le donne possiedono una
lunghezza della vita media superiore a quella dei maschi, ciò è
senza dubbio dovuto all'alimentazione media maggiormente
basso-proteica legata al gentil sesso. Questo dovrebbe essere un
ulteriore punto di riflessione.
Esistono molte
controversie tra i ricercatori alimentaristi di oggi, per il reale
fabbisogno proteico necessario. Molti fattori odierni che avvalorano
l'alimentazione alto-proteica nell'essere umano sono quelli legati ad
un intensa vita quotidiana(lavoro, sport, famiglia, impegni
sociali...). Partendo da presupposti primordiali, invece pare
scontato che più si stimola il metabolismo con un'alimentazione
iperproteica, più questo per sostenersi richiede proteine. Quindi il
risultato alimentare studiato tutt'ora non è tanto legato a quello
che si fa nella routine giornaliera, bensì alla tipologia alimentare
al quale abituiamo il nostro corpo per vivere. D'altro canto un
essere umano preistorico che viveva in un ambiente selvaggio ricco di
animali ma anche di frutti cosa avrebbe scelto di mangiare? Avrebbe
preferito correre dietro per giornate intere ad un preda rischiando
di ferirsi o peggio... Oppure avrebbe optato per l'abbondante,
sicura, comoda e saporita frutta per sostenersi!? La risposta mi
sembra evidentemente sbilanciata a favore della seconda ipotesi. Il
questo caso, con una vita all'aperto, fatta di movimento e relazioni
sociali(l'uomo anche ai suoi primordi conduceva vita di gruppo) per
tutta la durata della luce solare, di quale fabbisogno proteico
necessitava, secondo i canoni iperproteici considerati oggi, vista
l'alimentazione fruttariana che conduceva? Molto ma molto contenuti,
perché il quel contesto alimentare simile l'organismo impara a
gestire al meglio le risorse proteiche, evitando l'assuefazione verso
l'alto esistente oggi per questo macronutriente. Gestire meglio le
risorse proteiche per un essere vivente, sostenendosi con meno,
significa rallentare il proprio metabolismo e quindi allungare la
durata della propria vita in modo proporzionale, raggiungendo un
migliore grado di efficienza. Metabolizzare una quantità proteica a
livello cellulare comporta dei costi enormi a carico pure degli altri
elementi nutritivi(glucidi, glicidi, vitamine, minerali...).
La natura cerca sempre la
'strada' maggiormente sostenibile per ridurre ogni spreco, garantendo
la più efficiente economia delle proprie forme di vita. Se un essere
vivente richiedesse un impiego di risorse troppo elevato(in questo
caso proteico) verrebbe facilmente eliminato dal processo di
estinzione.
Esistono teorie legate ad alcuni sport come il body building secondo
le quali, sarebbe necessario un consumo minino di proteine di origine
animale pari a 2,2 g per kg di peso di massa magra. Evidenziando che
questo rappresenta la quantità minima, visto che alcuni atleti e
specialmente gli agonisti arrivano a consumarne fino al doppio! Non a
caso la longevità degli atleti del body builging è davvero molto
limitata, molto malvissuta nelle ultime una/due decadi di vita(vedi
fratelli Mentzer, l'italiano They, il 'guru' Duchaine e molti
altri...). L'alimentazione alto proteica esaltata dall'ambiente
attuale del fitness e body building accorciano la durata della vita
perché puntano alla sovrastimolazione metabolica, cadendo in un
massiccio ricambio cellulare che produce tossine e alta probabilità
di difetti, legata ad un'erronea replicazione del DNA. La situazione
non è comunque molto diversa negli altri sport praticati oggi, dove
si cerca la massima performance a scapito della salute.
L'assuefazione proteica che si innesca in seguito all'alto consumo
conduce il praticante a consumare una quantità sempre più alta di
proteine per avere continui risultati, al pari di un qualsiasi
farmaco. Un vero vortice senza fine. Mentre altri atleti che hanno
pur sempre praticato il body building, però in chiave vegana(quindi
alimentazione basso-proteica) hanno acquisito una longevità
straordinaria, indicatore che l'allenamento con i pesi se gestito
bene, possiede elevate proprietà anti età(vedi Joe Rollino body
builder vegano morto a 104 anni per incidente stradale).
In conclusione sembra che
tutti i centenari odierni ed in buona salute, sono persone che per lo
più hanno condotto una vita fondata su un'alimentazione ipoproteica,
con consumo limitato di proteine di origine animale. Prova che
avvalora la teoria secondo la quale un metabolismo lento stimoli la
lunga vita.
Dott. Bartolomeo Davide
Bertinetto
Articolo riferito al
metodo anti invecchiamento Matevo®
Molto interessante questa tua riflessione :-) Io mi sto avvicinando ora a questo "mondo", sto iniziando a mangiare quasi esclusivamente cibi crudi (dico quasi perchè un paio di volte ho sgarrato) e visto che le verdure crude non è che siano poi tutto questo spettacolo, mangio quasi sempre frutta!Aspetto di leggere il tuo e-book, mi sarà sicuramente utile!Io per ora faccio nuoto, corsa e kick boxing, ma mi piacerebbe molto iniziare con la mountain bike, all'inizio solo al ticino, poi magari in collina, e poooooi..in montagna :-)
RispondiEliminaGrazie
Sarah