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mercoledì 29 agosto 2012

Sostenibilità e la più grande piaga del pianeta...

Da che mondo e mondo ogni specie dominante dovrebbe essere composta da un numero estremamente limitato di esemplari. Regola che dovrebbe accentuarsi in proporzione alla posizione verticale occupata nella catena alimentare. L'uomo, come in molte altre circostanze, sfugge a questa preziosa direttiva naturale. Forse verrebbe spontaneo immaginare ai vari grandi carnivori come padroni incontrastati di questa privilegiata posizione. In realtà non è così, visto che ad occupare il dominio come incarnazione di predatore dei predatori è certamente la nostra specie.
Animali che alcune decine di millenni fa non conoscevano la paura, hanno iniziato piano piano ad essere decimati da una scimmia 'nuda' ed apparentemente indifesa.
Quando è vero che l'apparenza inganna! L'arricchimento del pattern alimentare per l'uomo con la carne è però rimasto un problema di bassa entità fino a che stato circoscritto alla caccia usando strumenti primordiali. Visto che potevano trascorrere molti giorni prima di riuscire a colpire una preda mortalmente. I veri 'guai' per il pianeta sono iniziati quando alcuni uomini preistorici hanno compreso che le risorse potevano essere sfruttate su grande scala ed in modo sistematico tutto l'anno. Per cui presto con l'avvento dell'allevamento e dell'agricoltura tutti i viventi, animali e vegetali sono diventati 'proprietà' ad esclusivo uso umano. Ciò ha generato un anomalo incremento di una popolazione 'mietitrice' di risorse ambientali: l'umanità.
Ogni predatore, dal lupo alla tigre, ha sempre occupato una soglia numerica di colossale minoranza, in correlazione alla dimensione del branco fornitore di prede. Consuetudine che ha sempre garantito il giusto equilibrio dinamico delle risorse tra nati e morti.
Sicuramente il problema nasce partendo dagli albori del genere homo sulla Terra. Situazione successiva a titaniche mutazioni climatiche che hanno spinto una scimmia frugivora a diventare all'occorrenza predatrice carnivora. Da questo punto in poi la piaga si è ingigantita di pari passo con il crescere dell'intelligenza umana successiva all'alternanza di nuove crisi climatiche. Anomalia che ne ha create altre, che a loro volta hanno generato problemi insoliti per la natura, conducendo a danni oggi per lo più irrecuperabili.
Molti errori sono ormai irrecuperabili, ciò però non significa che non si possa mettere un 'freno' al problema. L'uomo come essere supremo sul pianeta ha bisogno di soddisfare molte necessità. Come tale dovrebbe essere consapevole di dover far parte della specie meno popolosa sulla terra. Diciamo poche decine di migliaia di individui in tutto il globo! Ciò garantirebbe una perfetta 'salute' ambientale. Ogni essere vivente vedrebbe il proprio stato conservato e pure lo stesso genere umano sperimenterebbe un benessere mai conosciuto prima.
Chiaramente l'uomo è ancora troppo 'giovane' per saper gestire il proprio potenziale ed ora viviamo un momento di grande conoscenza, che usiamo come se fosse un gioco nuovo nelle nelle mani di un bambino, non vedendo l'ora di metterla in pratica...
Negli ultimi 2000 anni la popolazione umana sul pianeta è più che centuplicata, così come le menti in grado di elaborare pensieri, insieme ad un incredibile progresso. Ma dall'altro lato pure l'impiego di risorse è aumentato dello stesso grado. Punto che rappresenta il centro del problema della insostenibilità ambientale odierna.
Nel 2012 siamo 8000000000 e si stima che nel 2100 saremo tre volte tanto, valore limite che secondo studiosi del settore sarà quello del tracollo. Abbiamo pochi anni a disposizione per rimettere a posto una situazione così compromessa. Certamente esistono molte soluzioni 'veloci' al problema. I più pessimisti sostengono che l'unica scelta opportuna sia una guerra globale. Probabilmente però tale soluzione sarebbe anche la peggiore, visto che creerebbe 'ferite' al pianeta difficilmente recuperabili viste le armi oggi disponibili. Inoltre andrebbero sprecati moltissimi patrimoni del sapere generati dal uomo fino ad oggi(architetture, strutture, strade, libri, film, arte, medicina, tecnologia, musica, tutto...). Soluzione non conveniente nemmeno ai produttori di armi, dato che questi traggono profitto dal fomentare la paura della guerra costruendo armi come strumento di potere. Difficilmente per usarle su larga scala, bensì per applicarle in zone disagiate con l'obbiettivo di alimentarne l'instabilità al fine di sfruttarne le risorse... Se venisse invece distrutto tutto con una guerra mondiale anche le industrie belliche ne uscirebbero danneggiate perché ne verrebbero colpite pure loro stesse! Quindi la guerra per risolvere il problema demografico nel mondo è una soluzione da scartare.
E' assolutamente necessario ricercare un meccanismo risolutore per far in modo che nulla della conoscenza acquisita vada persa, così come l'intera mole di opere non venga distrutta. Se così non fosse tutti i danni creati alla Terra fino ad oggi sarebbero stati nient'altro che uno spreco!
Occorre quindi ragionare attentamente sul problema e sfruttare i desideri della maggior parte della popolazione mondiale, per indirizzare le 'energie' verso una soluzione veloce al problema demografico. Ecco che il 'dio' denaro potrebbe tornare utile!
L'essere umano è molto volubile, debolezza ideale sfruttabile per ottenere un grande risultato. Il 99% delle persone al mondo sarebbe disposta a tutto per raggiungere il benessere economico.
Pensiamo ad una tipica coppia che desidera formare una famiglia ma non ne possiede le risorse. Come fare? E se un ente di qualche genere intervenisse con una proposta allettante alla quale è difficile rifiutare? L'esempio potrebbe essere l'offerta di una casa di proprietà con stipendio vitalizio, dietro la richiesta di non avere figli con sterilizzazione e l'imposizione di adottarne uno bisognoso. Soluzione alla quale aderirebbero in moltissimi, specialmente nelle zone maggiormente disagiate del pianeta, dove com'è noto ci sono sempre troppe nascite. Tale soluzione non sarebbe imposta ma libera per chi lo desidera. Anche se in principio si creerebbe un'uscita di capitale, già nel medio periodo i risultati si vedrebbero in termini sia di ritorno economico sia che in un minor impatto ambientale. Ovviamente il tutto andrebbe attentamente regolamentato...
Agendo sui poveri l'arresto demografico sarebbe repentino ed unito all'infusione di denaro si genererebbe un rimbalzo economico notevole. Le popolazioni più ricche difficilmente aderirebbero ad un'iniziativa di questo tipo, per via della loro non incombente necessità economica, oltre ad essere naturalmente inclini ad avere al massimo un figlio.
Il tasso di mortalità farebbe il resto e in meno di un secolo la Terra diventerebbe più vivibile perché meno popolosa e meno inquinata. Tutto senza avere perso nulla di quello costruito dalle generazioni precedenti. Il motto che incitava gli abitanti dei paesi occidentali di inizio '900 a fare figli non è certamente più valido oggi e probabilmente i danni ambientali legati all'aumento demografico innescato allora, ha creato i problemi che vediamo oggi su scala mondiale.
Dando il via ad una riduzione demografica organizzata, piano piano verrebbe ristabilito l'equilibrio con le altre specie viventi. Ovviamente idee se ne potrebbero studiare un'infinità, tutte però dovrebbero condurre al fine ultimo di rendere le risorse più che sufficienti, tanto che non dovrebbe essere più necessario coltivare terra per nutrire animali da macello. Bensì, se la considerazione dello 'spazio vitale' fosse mantenuta al giusto livello di importanza, pure nella nutrizione si eviterebbe il triplo passaggio vegetale-carne-uomo per un ottimale passaggio diretto vegetale-uomo. E spostandoci ancora di più verso un uso maggiormente sostenibile delle risorse, verrebbe spontanea la pratica alimentare crudista, evitando così incredibili sprechi energetici derivati dalla cottura. Qui entrerebbe per forza in ballo l'alimentazione fruttariana come la migliore per l'essere umano e la più sostenibile dal lato ambientale. Ciò perché la frutta è l'unico alimento direttamente digeribile dall'intestino umano senza il bisogno di alcuna lavorazione.
Queste purtroppo sono idee per lo più utopiche, anche se probabilmente efficaci che non saranno mai messe in atto. Le multinazionali che controllano l'economia del pianeta non lo permetterebbero. Tanta popolazione genera molto consumo e per coloro che lavorano sui grandi numeri significa grande guadagno. Un pianeta troppo popoloso giustifica le coltivazioni geneticamente modificate e tutta la ricerca a riguardo. Giustifica gli allevamenti intensivi e tutta la ricaduta in termini di problematiche inerenti al consumo di carne sulla salute umana...
Il tracollo è già iniziato e lo stile di vita oggi esistente per i miliardi di individui sul pianeta non è sostenibile nel lungo periodo e neppure nel medio. Per l'ecosistema terrestre non è possibile mantenere così tanti di individui di una specie così 'dispendiosa' come quella umana.

Dott. Bartolomeo Davide Bertinetto